FILL THE GAP, BE THE FIRST!

Intervista rilasciata il 23 ottobre 2013 a Marco Viviani esperto di Marketing & Comunicazione  per l’agenzia di  marketing e comunicazione, Marvi Businessolutions, FILL THE GAP, BE THE FIRST!.

(www.marvibusiness.com )

 

Spesso le storie che ci affascinano e che colpiscono il nostro immaginario non hanno un nesso logico nel loro sviluppo. Così accade che in una vallata dietro il mare, in un'isola antica, un architetto realizzi la sua passione e produca vino. Gianluca Castangia non è uno che perda tempo dietro grandi parole, è schietto e genuino come la terra che coltiva. Nasce a Cagliari 30 anni fa ed inizia la sua formazione scolastica al liceo Classico Dettori. Gentile e brillante, gli studi di filosofia e letteratura sviluppano la sua inclinazione per il bello consacratasi con il corso di architettura, che lo porterà prima ad Alghero e poi a Venezia e Barcellona. Ha modo di confrontarsi con altre realtà molto stimolanti, ma dentro di sé rimane sempre il richiamo della sua terra natia: la Sardegna. A chi gli chiede come mai non sia rimasto all'estero dove avrebbe potuto trovare un ambiente più stimolante per una persona eclettica come lui, risponde che alla propria terra non si può rinunciare, le sue radici sono salde e forti come quelle del suo vitigno. Ma andiamo con ordine. “Tutto nasce quasi per gioco”, dice Gianluca. “Nel 2005 l'Unione Europea promuove un bando per il reinnesto di vitigni. Mio nonno aveva lasciato in eredità dei terreni a Villasimius nei quali  produceva vino per piacere personale e per condividerlo con gli amici. Ci siamo guardati con mio padre e abbiamo deciso di provarci”. Nel frattempo Gianluca continua con dedizione i suoi studi in architettura, d'altronde non può sapere come sia il vino che produrrà, se sarà tanto buono da potergli procurare il successo necessario per guadagnarsi da vivere. Poi arriva la prima vendemmia: 2008. La produzione è esagerata, 15.000 bottiglie. “La difficoltà consisteva nel trovare canali per la distribuzione di tutto quel vino”. Gianluca inizia così il suo giro per i ristoranti e locali della sua Villasimius, ma non tutti vogliono scommettere su quel giovane architetto con la passione per il vino. "Sapevo però che il vino era buono. Il nostro è un vino totalmente naturale, prodotto esclusivamente da uve da agricoltura biologica, tanto sole, vento e acqua piovana”. Da quest'anno ci sarà anche il riconoscimento ufficiale della qualità biologica. Per la sua vigna Gianluca ha deciso di distinguersi, la sua passione e l’amore per queste piante li percepisci guardando i filari. “Tra un filare e l'altro ci sono due metri e mezzo e un metro tra le viti. Questo spazio permette alla pianta di crescere meglio, senza sentire la concorrenza della vite vicina. Potrei anche diminuire le distanze e produrre più vino, ma a me interessa la qualità più che la quantità”. Cosi, questa attenzione la vedi anche nella scelta dei pali di sostegno delle viti, tutti rigorosamente in castagno e non in cemento, perché anche l'occhio vuole la sua parte; cosi come le bellissime "David Austin" che segnano l'inizio di ogni filare. “Sono una varietà di rose che i francesi impiegano come bioindicatore ambientale. Si ammalano prima delle viti, dandomi cosi il tempo di riconoscere quale filare sia da curare, anche se è veramente raro che accada in questa vigna, perché le condizioni climatiche sono favorevoli”. La vigna di Gianluca si trova in una vallata a ridosso del mare battuta dal vento: da qui il nome della sua azienda vitivinicola, “Colline del Vento” Camminando con Gianluca attraverso i suoi filari, nell'ascoltarlo ti accorgi della sua brillante parlantina e della sua affabilità, e per quanto disdegni questo termine, è di sicuro un ottimo "commerciale". "Mi piace avere rapporti buoni con tutti, anche con chi non ha creduto nei miei prodotti. Ho lasciato comunque due bottiglie del mio vino perché venissero degustate: qualcuno mi ha richiamato". Sono passati cinque anni dalla sua prima vendemmia e oggi l'architetto con la passione per il vino ha grandi progetti. “Vorrei costruire uno spazio per accogliere visitatori e turisti, per far vivere loro le emozioni della mia terra, del mio vigneto”. E la professione di architetto? “Ho uno studio di architettura con un mio compagno del liceo, con il quale abbiamo fatto lavori importanti. Mi divido tra queste due attività, anche se l'emozione del produrre vino ha un fascino unico”. Come dargli torto, la nostra chiacchierata si è svolta all'ombra di un grande albero di carrubo, mentre lo sguardo cadeva sui biondi filari baciati dal sole e dal vento.

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